
«L'obiettivo non era limitarsi a un messaggio convenzionale, ma costruire un invito autentico alla partecipazione», spiega Irene Di Amato, membro del CDA e Communication and Fund Raising Manager della Fondazione MAIRE - ETS. «Vogliamo coinvolgere le persone in un progetto che parla alle coscienze e alle competenze, che ispiri i colleghi e la comunità a contribuire anche in forme diverse: con tempo, esperienza, memoria, competenze. Perché ogni gesto – piccolo o grande – può costruire futuro» .
È da questa visione collettiva che nasce la campagna 5xMille della Fondazione MAIRE – ETS, creata attorno al messaggio: "Costruisci insieme a noi le storie del futuro". Più che un semplice slogan, è una narra- zione che si apre al contributo di tutti, trasformando un gesto fiscale in un'azione di fiducia, visione e impatto condiviso.

Una missione sociale con radici industriali
La Fondazione MAIRE - ETS è un Ente del Terzo Settore che nasce all'interno di un grande Gruppo industriale quotato. Un'architettura organizzativa ibrida e virtuosa, che consente alla Fondazione di muoversi con autonomia e in sinergia con un ecosistema d'impresa orientato all'innovazione.
«Il fatto che la Fondazione nasca da una corporate come MAIRE è per noi una sfida e un'opportunità», prosegue Irene Di Amato. «Due realtà giuridicamente distinte, ma unite dalla stessa idea di futuro: generare impatto sociale, ambientale e culturale anche attraverso l'innovazione tecnologica» .
Dal 2024, le attività della Fondazione sono entrate nella rendicontazione di sostenibilità, all'interno del bilancio consolidato del Gruppo come impatto indiretto positivo. Questo legame rende la Fondazione un "ponte sensibile" tra impresa, territorio e comunità. «La nostra missione – aggiunge Irene Di Amato – è contribuire a costruire un futuro più giusto, equo e sostenibile, agendo dove c'è bisogno di ascolto e azione, soprattutto in ambito educativo».
Tre direttrici, un solo obiettivo: generare impatto
I fondi raccolti con il 5xMille sostengono le attività della Fondazione lungo tre principali traiettorie: formazione, memoria industriale e ricerca socio-economica. Tre pilastri che definiscono una missione concreta: costruire opportunità, valorizzare il passato, leggere con lucidità le trasformazioni in atto.
La formazione è il cuore pulsante di molti progetti della Fondazione. «Con MAIREmpower, lanciato nel 2024, stiamo accompagnando giovani provenienti da contesti difficili verso un percorso universitario completo, con borse di studio triennali e attività di coaching dedicate», spiega Irene Di Amato. L'obiettivo è chiaro: contrastare la povertà educativa e rendere l'accesso alle facoltà STEM un diritto, non un privilegio. Un'attenzione particolare è rivolta alle ragazze che vogliono intraprendere un percorso ingegneristico: «Il nostro impegno è anche quello di favorire l'ingresso delle donne in settori dove la loro presenza è ancora marginale, affinché l'ingegneria del futuro sia davvero inclusiva e rappresentativa» .
Ma l'inclusione non riguarda "solo" il genere. «La Fondazione ha lanciato l'anno scorso un progetto di ricerca su flussi migratori e transizione energetica, che terminerà quest'anno» racconta Irene Di Amato. L'obiettivo è costruire – a partire dai risultati di ricerca – un progetto formativo che favorisca l'inclusione lavorativa dei migranti nel settore della transizione energetica». Un modo per connettere i temi dell'innovazione e della responsabilità sociale, puntando a un futuro che integri, anziché escludere. Il secondo asse d'intervento è la valorizzazione del patrimonio storico e industriale. L'Archivio Storico MAIRE, un patrimonio documentale vasto e prezioso, viene restituito alla collettività grazie a progetti educativi, mostre e digitalizzazioni. Anche in questo caso, il coinvolgi- mento è collettivo: «Tanti colleghi stanno contribuendo con materiali, racconti, esperienze che arricchiscono il nostro archivio. È un modo per custodire la memoria, ma anche per insegnare il valore della sto- ria industriale italiana alle nuove generazioni».
La terza direttrice riguarda gli studi e le ricerche, con particolare attenzione ai temi sociali più urgenti. «Vogliamo produrre pensiero, analisi, conoscenza – sottolinea Irene Di Amato – e metterli al servizio di politiche formative ed educative concrete». Il bando dedicato ai migranti è solo il primo passo: la Fondazione intende rafforzare nei prossimi anni il proprio ruolo di soggetto attivo nel campo del- la ricerca applicata e della trasformazione culturale.

«DONARE IL 5XMILLE È UN MODO PER DIRLO CON FORZA: IO CI CREDO. E VOGLIO FARNE PARTE. NON COME SPETTATORE, MA COME COSTRUTTORE»
Più di una donazione: un'alleanza generativa
Scegliere di destinare il 5xMille alla Fondazione MAIRE– ETS significa far parte di un patto tra generazioni. Ma il contributo non si esaurisce nel gesto fiscale. È possibile partecipare, in particolare per i dipendenti del Gruppo, in molti altri modi: dedicando il proprio tempo, competenze, materiali, memoria. Partecipando come formatore, proponendo progetti educativi, restituendo un'esperienza.
«I nostri colleghi in MAIRE sono i primi ambasciatori della Fondazione», ricorda Irene Di Amato. «Quando entrano nelle scuole, quando dedicano parte del loro tempo alla formazione o alla valorizzazione dell'archivio, stanno contribuendo a costruire un'eredità che non è solo aziendale, ma culturale. È questo che intendiamo quando diciamo "Costruisci insieme a noi le storie del futuro": aprire spazi dove ognuno può lasciare un segno, a partire da ciò che sa e che è».
Un orizzonte aperto alle nuove generazioni
«Siamo nati per formare gli "ingegneri umanisti" del domani: persone capaci di unire sapere e responsabilità», conclude Irene Di Amato. «Donare il 5xMille è un modo per dirlo con forza: io ci credo. E voglio farne parte. Non come spettatore, ma come costruttore».
WE MAKE ENERGY TRANSITION HAPPEN
"Orchidee Elettriche"

L'opera in copertina di questo numero di EVOLVE è stata realizzata dal giovane artista Mattia Andronic, del Liceo Artistico Benedetto Alfieri di Asti. Il titolo dell'opera è "Orchidee elettriche". Attraverso una composizione surreale e simbolica, Mattia ha inteso evocare l'interconnessione tra natura e tecnologia, tema centrale nei processi di innovazione sostenibile.
Il fiore, fragile ma pieno di vita, cresce da un vaso collegato a un cavo elettrico, come se traesse energia da una fonte inaspettata. L'immagine gioca sull'unione tra natura e tecnologia, suggerendo che l'innovazione può nascere proprio da questo incontro. Il fondo giallo e l'inquadratura essenziale mettono in risalto il messaggio: anche ciò che è semplice può essere potente. L'opera invita a guardare al futuro con creatività e consapevolezza, trovando nuove energie nei contrasti.
PENSARE IN GRANDE, AGIRE CON EMPATIA