EVOLVE ISSUE 13

NON BASTA INCLUDERE, BISOGNA FAR APPARTENERE. DALLA SOLIDARIETÀ ALLA LEADERSHIP GENTILE: DUE VISIONI COMPLEMENTARI PER COSTRUIRE UNA CULTURA AZIENDALE CONDIVISA, INCLUSIVA E TRASFORMATIVA. PER AIUTARCI ABBIAMO ESTRATTO ALCUNE PILLOLE TRATTE DAL PENSIERO DI SALLY HELGESEN E PAOLA LAZZARINI.
In un mondo che cambia rapidamente, parlare di leadership significa sempre più spesso parlare di relazioni. Non è più tempo di modelli individualisti o performativi, ma di visioni condivise, inclusive, capaci di unire piuttosto che separare. Il motto Rise Together non è solo un augurio: è una strategia. Crescere insieme significa saper riconoscere le differenze, costruire ponti, moltiplicare i punti di vista per affrontare la complessità. Significa anche imparare a lasciar andare il bisogno di avere sempre ragione, per aprirsi a una cultura della reciprocità, dell'ascolto, del dialogo.
Due libri recenti — "Rising Together" di Sally Helgesen e "La grande D – Come la leadership femminile trasforma le organizzazioni" di Paola Lazzarini — esplorano da prospettive diverse proprio questo: come far emergere una leadership che sia realmente condivisa, rigenerativa e trasformativa. Entrambe le autrici mettono al centro il valore della diversità e della connessione. E ci invitano a riscrivere le regole del potere per renderlo più accessibile, più giusto, più umano.
Perché come dice Stephen Covey, autore di molti libri ispirazionali, parlando della correlazione tra management e leadership: «La gestione è efficienza nel salire la scala del successo; la leadership determina se la scala è appoggiata alla parete giusta».
Perché, nonostante le buone intenzioni, così tante iniziative per l'inclusione falliscono% È da questa domanda che parte Sally Helgesen, una delle voci più autorevoli al mondo sui temi della leadership inclusiva e del gender balance. In "Rising Together" l'autrice ci offre una guida pratica e profondamente umana per superare le barriere — visibili e invisibili — che ostacolano la piena partecipazione di tutte le persone negli ambienti di lavoro.
Il suo punto di partenza è illuminante: se vogliamo davvero "salire insieme", dobbiamo riconoscere che uomini e donne, persone di background diversi, generazioni differenti, non partono dalle stesse condizioni e non vivono gli stessi ostacoli. Eppure, la chiave per andare oltre le divisioni non sta nel negarle, ma nel rendersi reciprocamente consapevoli dei meccanismi che creano frustrazione, incomprensione o disconnessione.
Helgesen individua otto trigger relazionali — dalla tendenza al controllo fino alla sensazione di non essere visti o valorizzati — che possono minare la fiducia e impedire la collaborazione. Con esempi concreti e un tono sempre empatico, invita a trasformare quei trigger in occasioni di crescita, coltivando l'ascolto, la generosità, la disponibilità a imparare anche dalle differenze.
Il messaggio centrale è potente e attuale: la vera inclusione non si costruisce con le policy, ma con la consapevolezza relazionale. In un'epoca in cui i team sono sempre più ibridi, intergenerazionali e multiculturali, Helgesen ci offre una bussola per navigare il cambiamento senza rinunciare all'autenticità. Rising Together è un invito concreto ad abbandonare l'autodifesa e a sperimentare un modo nuovo — e più coraggioso — di stare insieme, nel lavoro e nella vita.
Cosa accade quando la leadership smette di riprodurre modelli gerarchici e autoreferenziali, e comincia a includere la cura, la relazione e la giustizia come elementi strutturali del potere? Secondo Paola Lazzarini, sociologa e fondatrice dell'associazione "Donne per la Chiesa", ciò che accade è una trasformazione profonda e necessaria delle organizzazioni.
Nel suo libro "La grande D", Lazzarini affronta un nodo che spesso rimane sottotraccia: la sotto-rappresentazione femminile nei luoghi decisionali non è solo una questione di numeri o pari opportunità, ma un indicatore di un sistema culturale che fatica a valorizzare visioni alternative di successo, di autorevolezza, di impatto.
Il cuore del suo messaggio è che la leadership femminile non va assimilata a quella maschile, ma riconosciuta nella sua specificità: più dialogica, orizzontale, orientata al senso e non solo alla performance. Una leadership che mette in campo competenze spesso considerate "soft", ma che si rivelano decisive nei contesti complessi e instabili in cui oggi le organizzazioni operano.
"La grande D" è un saggio accessibile ma profondo, che mescola riflessione teorica, esperienza personale e osservazione delle dinamiche organizzative. Il libro non contrappone uomini e donne, ma invita tutti a interrogarsi sui modelli di potere che adottiamo — spesso in modo inconsapevole — e su come questi condizionano il nostro modo di lavorare, di collaborare, di decidere.
In un tempo che chiede maggiore equità, intelligenza collettiva e cooperazione, la proposta di Paola Lazzarini è radicale nella sua semplicità: per cambiare davvero le organizzazioni, dobbiamo cambiare anche le idee che abbiamo sulla leadership. E accogliere la differenza — di genere, di stile, di sguardo — come una risorsa evolutiva.
DIVERSITÀ COME VALORE